Oggi vogliamo sfatare 4 falsi miti che riguardano le persone con sindrome di Down.

Fortunatamente, infatti, rispetto al passato, abbiamo molte più informazioni, grazie a studi scentifici condotti in varie nazioni, che ci consentono di avere una visione più chiara ed completa delle persone con sindrome di down.

Vediamo insieme, allora, 4 falsi miti sulle persone con sindrome di Down:

1.Mito: solo i genitori “più anziani” hanno figli con la sindrome di Down.
Realtà: secondo la ricerca dei Centers for Disease Control and Prevention, circa l’80% dei bambini con sindrome di Down nasce da donne di età inferiore ai 35 anni. La ricerca mostra che le possibilità di avere un bambino con sindrome di Down aumentano con l’età. Tuttavia, le donne più giovani hanno più figli, quindi più bambini con sindrome di Down nascono da madri più giovani.

2. Mito: un bambino con sindrome di Down ha un impatto negativo sui suoi fratelli.
Realtà: nessuno studio finora condotto ha dimostrato un impatto negativo per i bambini neurotipici che hanno fratelli con sindrome di down. Al contrario è stato osservato come in un tale contesto familiare i bambini neurotipici hanno sviluppato sentimenti quali tolleranza, compassione e consapevolezza, in misura maggiore rispetto a coetanei cresciuti in un contesto familiare diverso.

3. Mito: gli adulti che hanno la sindrome di Down non possono vivere in modo indipendente o trovare lavoro.
Realtà: i più recenti studi dimostrano come un numero crescente di adulti con sindrome di Down vive in modo indipendente con un’assistenza limitata da parte dei familiari o dello Stato.

4. Mito: le persone che hanno la sindrome di Down sono sempre felici.
Realtà: le persone con sindrome di Down sono più simili alle persone normalitipiche che diverse. Tutti hanno sentimenti e stati d’animo. Una recente revisione della letteratura di studi precedenti ha rilevato che le persone con sindrome di Down hanno un rischio più elevato di depressione. Proprio come nella popolazione neurotipica, quindi è importante che gli adulti con sindrome di Down abbiano opportunità educative, lavorative e sociali, nonché capacità di vita adattative.